Day 3: da Agra a Lucknow

Martedì 29 Svegliarsi con il buio temo dovrà diventare un’abitudine e la sveglia-chiamata della receptionist alle 4 non la accogliamo così bene…mezzora per essere pronti, poi tutti sul pulmann con le scatole dela colazione a portar via sotto il braccio e le valigie nel bagagliaio: la stazione di Agra ci aspetta!Agra"s station Tutte le stazioni sono punti d’incontro per le differenti classi sociali e quella di Agra non è da meno: sicuramente folcloristica con tutti i mendicanti, passeggeri di tutte le estrazioni e nazionalità, la vediamo mentre viene spazzata e le persone iniziano la giornata; il nostro gruppo risalta tra la folla: 13 donne o ragazze bianche vestite all’occidentale con solo 3 uominiad accompagnarle; qualcuna fuma, qualcuno fa video o foto, la nostra curiosità è ricambiata dalla loro. Arriva il treno e inizia una 1Z1-861 nuova avventura: la nostra terza classe seduti è un lusso rispetto alla classe generale dove si sta in piedi e senza finestrini, o meglio, con solo lo spazio vuoto della finestra ma senza vetro; messe le valigie le luci del vagone illuminano gli insetti che svolazzano e le piccole cavallette che saltellano tra passeggeri e bagagli. Train to LucknowLa stanchezza si fa sentire e dopo poco il rollare delle rotaie porta tutti a concedersi a Morfeo; la puntualità non deve essere il cavallo di battaglia nemmeno delle ferrovie indiane e, come ogni treno che si rispetti, il ritardo si accumula tra soste impreviste in mezzo alla campagna e altre in stazioni di cui i nomi resteranno a noi sconosciuti. Il nostro vagone è pittoresco: dal signore che ha passato quasi sette ore al telefono si passa ai bambini lamentosi, dall’anziano che peta sollevandosi leggermente dal sedile ai venditori ambulanti che urlano “chai”, offrendo o quasi imponendo il thè caldo servito in una teiera di alluminio che sudicia è farle un compimento e in bicchieri già usati; l’aria condizionata probabilmente è stata impostata da un pinguino emigrato fi qui e non bastano sciarpa e felpa ad imperdirci di tremare. Nel frattempo abbiamo scoperto cosa contiene la breakfast-box: 000-373 niente di dolce o all’apparenza commestibile, anche se i più temerari a metà mattina, hanno assaggiato le salsicce, polpette di verdura piccanti, due uova sode, tramezzini con “nonsocosaenonvogliosaperlo”, una bustina di patatine, due bananine, una mela e….SUCCO DI MANGO per accompagnare il tutto.From the train È l’una e cinque e stiamo entrando nella periferia di Lucknow, dopo 7 ore di viaggio abbiamo raggiunto, forse, la nostra destinazione. Scaricati i bagagli dal treno, vediamo una scalinata che ci aspetta e inorridiamo, ma la nostra guida ci indica l’altro lato della banchina: è laggiù che dobbiamo andare. Schivando i locali che cercavano di salire sul treno e quelli sdraiati su lenzuoli per terra arriviamo, passando tra fontane e accalcamenti, alla fine del binario dove ci aspettavano Suparna e i ragazzi! Caricate le valigie sullo scuolabus si parte alla volta della scuola Study Hall: scaricate le valigie delle ragazze facciamo un rapido giro della scuola dove stanno preparando la festa di stasera, ci servono uno snack a base di muffin e una pastella locale e…tutti con le proprie famiglie!

school Bus to Study Hall Dalle 17.30 in poi ci siamo ritrovati a scuola per la serata di beneficenza per raccogliere fondi per le Prerna Girls: l’aria di festa si avvertiva già da fuori, la musica superava i clacson che fanno da colonna sonora costante della vita cittadina! Superato il tendone il piazzale della scuola, che all’ora di pranzo stavano ancora allestendo, era completamente trasformato in un salone da ballo all’aperto: tendoni, festoni, luci e i vestiti tradizionali coloratissimi delle ragazze e donne sembravano portarti in un universo parallelo dove i rumori della città scompaiono, coperti dalla musica e dall’arcobaleno di colori dei vestiti di danzatori e danzatrici.Vestite Assiepati intorno alle mura del piazzale e seduti a godersi lo spettacolo genitori, familiari e studenti si godevano la festa, noncuranti delle nostre riprese o degli sguardi rapiti; le ragazze erano state vestite dalle famiglie ospitanti con i costumi tradizionali, noi “vecchi” invece non ci confondevamo tra la folla, ma nonstante la stanchezza abbiamo partecipato alla grande festa della Study Hall: oltre agli stand dove vendevano cibo e bibite, c’erano quello delle Didi’s Food che vendeva stoffe, sciarpe e cibi vari; là davanti c’era il banchino dove le ragazze facevano tatuaggi all’henne o Mandhi, mentre sul palco decorato con fiori e petali, c’era lo stand dei ragazzi della scuola e un’astrologa qualificata che leggeva la mano e faceva l’oroscopo, tutti rigorsamente con i variopinti costumi tradizionali. Danzando Finito il saggio degli studenti alle musiche locali si sono sostituite canzoni più occidentaleggianti, se non realmente occidentali: il piazzale si è riempito di ballerini ed è iniziato il viavai ai banchini… Siamo tutti caduti nel fascino del Mandhi Art e, a parte le professoresse, Paolo e Nishita, ci siam ritrovati a toglierci il coll secco per scoprire come fosse venuto il disegno. Mandhi art Dopo le 20 l’eccitazione è calata, sopraffatta dalla stanchezza di una due giorni lunghissima e densa di scoperte: noi “vecchi” abbiam battuto in ritirata, mentre le ragazze restavano in attesa che i loro ospiti le riportassero a casa.. Shubhratri! (Buona notte!)