Day 1: From Rome to New Delhi

27 ottobre:
Cambia l’ora e non che facciam? Partiam, partiam, partiam! Alle 7 di domenica mattina alla stazione di Arezzo ci siamo noi e pochi altri viaggiatori…il treno regionale che ci porta a Roma è quasi gombro e ci sparpagliamo per tutto il vagone, occupando con valigie e borse troppi posti, ma il controllore, reduce da una lunga notte e con l’aria particolarmente stordita non sembra farci caso; le ragazze, ancora troppo assonnate per leggere i cartelli occupano lo scomparto a sei riservato al capotreno e quello accanto diventa il magazzino valigie.
Sandra, partita da Montevarchi ci raggiunge agilemente e a Castiglion Fiorentino salgono senza problemi anche Fany e Andrea: siamo tutti e 15, l’avventura inzia!
Tra una foto, una risata e gli sguardi scocciati di chi salando trovava i posti occupati, il tempo vola e arriviamo a Termini con soli 5 minuti di ritardo; l’autobus Terravision è già là pronto, ma lo scortesissimo stewart non aveva voglia di ripsondere alle noste domande e ci manda stizzito a ritirare i biglietti. Mentre la professoressa Baione si occupa della buocrazia qualcuno resta con le valigie, qualcuno compra le ultime cose e qualcun’altro va a prendersi il caffè.
Nonostante la pessima guida dell’autista e l’aria viziata, l’aeroporto Roma Fiumicino non è lontano e una volta recuperati bagagli, è momento del check-in, della pausa bagno e dell’ultima sigaretta per chi fuma; passiamo tutti il controllo passaporti e i controlli di sicurezza, quasi senza intoppi: la professoressa Baione aveva troppe penne (regali per la Study Hall) e l’Elena Marrazzo ha dovuto togliersi le scarpe, ma nulla di più…
Pranzo veloce e poi ci imbarchiamo: il volo Roma-Istanbul della Turkish Airlines è piacevole e il pranzo uno dei migliori, se non il ipmigliore che molti di noi hanno mangiato su una linea area! Sembra incredibile, ma senza intoppi siamo già in Asia! Ad Istanbul al nostro arrivo è già buio pesto e l’oretta tra l’atterraggio e l’imbarco sul volo per New Delhi è a mala pena sufficiente per i controlli, trovare il gate e la pausa sigaretta nell’area apposita per i viziosi.
L’aeroporto Ataturk è grande, nuovo e pulito, ma c’è solo un terrazzino striminzito e lontanissimo dai gate che dicono essere l’area fumatori: e poi si dice fumare come i turchi!
Alle 19,10 inziamo la coda per salire sul Boeing che ci porterà in India e da cui scenderemo alle 5,15 di mattina (secondo il fuso orario di Delhi), ma nonostante gli schermi personalizzari, le mascherine, le cuffie e la cena, il volo non è ottimo: Michele si trova da un lato un signore che dichiara d’essere un diplomatico e che si beve cinque bottiglie di vino, mentre dall’altro una coppia di indiani che si comporta come se lui non esistesse; noi ragazze abbiamo, chi davanti, chi di lato, due che cercano di farci delle foto e parlano italiano con un amico caciarone che, alticcio, invece di parlare praticamente urla in piedi nel corridoio; dopo lo svenimento di un signore nella fila dietro di noi e l’annuncio delle hostess che chiedeva se ci fosse medico tra i passeggeri dell’aereo, era già notte fonda e molti di noi russavano già da un bel po’…gli altri erano ancora in trance a vedere uno dei tanti film disponibili sul computer..
Annunciano l’inizio della discesa e ci mettiamo a seguire l’atterraggio tramite le videocamere poste sulle ruote davanti e sotto la metà della cabina: sembrava d’essere in un film!

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